Da quando sono arrivate le prime bottiglie dell'Amar de Clevo in Farmacia (e al Ristorante-Albergo Al Sole a Forni Avoltri) è passato un mese. Un mese denso di lavoro e di incontri in cui il ritorno dell'Amar de Clevo è stato accolto con insperato entusiasmo.
Rimango sempre stupito di quanto entusiasmo le persone abbiano nei confronti di questo Amaro, se non altro perché mi rendo conto che è sempre molto difficile accontentare tutti i palati, anzi quasi impossibile! La gratificazione migliore però è quella delle persone che tornano per dire che è buono e per fare i complimenti. Nulla al mondo mi può dare maggiore soddisfazione del riconoscimento di tutti i sacrifici e del lavoro che stanno dietro a questo progetto, partito quasi per caso. Io mi auguro e mi augurerò sempre che la qualità e l'impegno vengano rinnovati anno dopo anno. Questo sarebbe il miglior impegno a ringraziare tutti quanti dell'entusiasmo e della fiducia accordateci. Tanto per FarVi un'idea in un mese sono state vendute le bottiglie che erano state fatte l'Anno scorso per un intero anno. Quando ho fatto i conti non ci credevo. Ma è giusto che finalmente la Carnia abbia il suo prodotto. Che si faccia vedere che queste zone così trascurate a volte producono tanto di buono e racchiudono una qualità e una mancanza di inquinamento che ormai sono molto molto rare da trovare nel resto del Friuli. Spero proprio che anche questo rimanga costante nel tempo. Grazie a tutti.
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In questo periodo ho mantenuto uno stretto riserbo.
Non mi piace promettere o magnificare prima di essere arrivati al dunque. Al dunque siamo a meno uno. Un giorno solo dopo qualche mese che a me sembra essere durato anni. Non è stato facile, ma come al solito non lo è mai. Quest'anno molte persone mi hanno aiutato e questo post è un modo di riconoscere l'aiuto che è stato dato e la riconoscenza che è dovuta per questo. Questo post è per dirvi che siamo FINALMENTE arrivati alla fase di imbottigliamento e di etichettatura. Il primo anno avevo personalmente stampato con una stampante a getto d'inchiostro le etichette sulla carte adesiva, trattandole poi con lacca per capelli per proteggere i colori. 180 bottiglie... Beh quest'anno la storia sarà un po' diversa: anch'io sono ansioso di capire come sarà il prodotto finale. Lunedì avremo l'Amar de Clevo 2017. Quello che sta dentro quelle bottiglie lo valuterete Voi. A presto. Ps. In foto la sommità del pleros giusto sopra il rifugio Chiampizzulon Non so perché nonostante siano anni ormai che continuo a occuparmi di piante medicinali nessuno mi chiede MAI cosa ne pensi di determinati prodotti. Ne parlano vicino a me (facendo finta che io non sia presente), dimenticandosi che oltre a un avido farmacista dotato di orecchie funzionanti (e quindi incapace di non sentire) io sono anche un appassionato dello studio delle erbe. Ma si sa, il farmacista ha interesse a distruggere tutto quello che non vende in prima persona.
Avete proprio ragione. Il problema però non è che NON lo vendo io, il problema maggiore è PURE che alla base NON l'ho scelto io. In questi anni ne ho sentite di tutti i colori: arthemisia absinthium pianta INTERA presa per detossificare il fegato (magari anche no, visto che dentro può contenere un tujone epatotossico); bibitoni miracolosi che fanno dimagrire (azienda con struttura piramidale di marketing e già questo tipo di commercializzazione fa riflettere. Se fosse un modello positivo perché il leader della vendita online, leggasi Amazon, non lo adotta? Forse perché i sistemi piramidali portano al vantaggio di pochi al vertice della piramide rispetto a tutti gli altri? O forse perché negli States sono stati condannati per contaminazioni da aflatossine? Mah!) e in ultimo il miracoloso estratto antiossidante di foglie di .... (ovviamente depurato di una parte dal sapore sgradevole, grazie a una collaborazione con una facoltà di Farmacia... che si presta a studiare un prodotto contro gli interessi della classe dei farmacisti? In realtà ho controllato: il lavoro scientifico è una stringata paginetta in cui vengono enumerati i risultati delle analisi su un campione, ma tant'è. L'analisi scientifica può essere fatta anche sull'acqua per determinarne i contaminanti, la purezza, la presenza di sali minerali etc. il lavoro scientifico invece da determinate osservazioni va a proporre delle conclusioni logiche. Si capisce che son due cose un po' diverse.). C'è da capire una cosa, al di là del business, al di là del marketing e del mio essere farmacista (cattivo e avido, è ovvio). Innanzitutto le piante sono farmaci veri e propri. Una volta, leggendo un libro di immunologia sono rimasto esterefatto a scoprire che quando mangiamo un cubetto di cioccolata il nostro sistema immunitario si allerta immediatamente e viene reclutato per andare a spostarsi tutto verso la circolazione sanguigna dell'intestino. Il nostro corpo sa soltanto che un qualcosa di estraneo è stato ingerito. Non gli importa che sia commestibile o meno. REAGISCE. Se lo fa con la cioccolata (che comunque dentro ha la teobromina derivata dalla pianta del teobroma cacao) figuriamoci con qualsiasi sostanza vegetale (che sia decotto, tisana, capsula, macerato, cioccolatino, caramella, etc...) che assumiamo. La letteratura è piena di casi controversi sulle interazioni tra piante e farmaci e/o alimenti. Alcuni conosciuti, altri invece completamente inaspettati. Alcuni si può dire potenzialmente letali. Come la disattivazione completa dei farmaci antirigetto per assunzione di una composizione erboristica a base di iperico (successo realmente con conseguenze a dir poco nefaste). Ogni anno c'è una moda "fitoterapica" nuova. Da anni però tiene banco l'antiossidante. Sarà che già sentirne pronunciare il nome fa star meglio. Tutto ciò che ossida è male e quindi l'anti, per definizione, non può che essere un'ancora di salvezza. Se è un antiossidante che male può farmi? Male no, ma nemmeno bene benissimo se si considera che la foglia antiossidante, prodigio miracoloso e panacea di ogni male può interagire con altre situazioni concomitanti... http://www.farmacovigilanza.org/fitovigilanza/interazioni/065.asp https://books.google.it/books?id=r7Hx2o3NEzUC&pg=PA163&lpg=PA163&dq=interazioni+olivo&source=bl&ots=_almjzxSLm&sig=a7ZcxX78k5w2KCYKA4Brm40AUGE&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj51L_sh4PVAhVBOxQKHdbOBtcQ6AEIUTAG#v=onepage&q=interazioni%20olivo&f=false Per esempio, tanto per... questi prodigi miracolosi hanno un che di sospetto quando si va a indagare e si scopre che no, purtroppo non vanno bene per tutti. Ma cosa volete: chi vende deve vendere lo stesso prodotto al cane, al criceto, al topolino, al toro al capriolo. Non importa la taglia e l'età. Fa bene proprio a tutti quanti, indipendentemente dalla funzione renale. Salvo eccezioni che confermano la regola! Magari informarsi bene prima e perdere un po' di tempo a capire cosa ci sta dietro potrebbe essere d'aiuto: c'è qualche problema in meno da risolvere, POI. Perché che io sappia ci sono tante persone disposte a vendervi un problema (me incluso?). Ma molte meno che siano capaci di darvi/vendervi/fornirvi/spiegarvi una soluzione. |
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Luglio 2023
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