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Odore di vaniglia

5/14/2015

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Avete mai usato la vanillina per fare un dolce o una crema? Ecco... vi siete mai chiesti da dove possa venire quella polvere bianca che si trova nelle bustine? La maggior parte di noi pensa che sia estratto dalle bacche di vaniglia.
Errato.
L'industria alimentare tende a semplificare, si sa. La bacca di vaniglia, con la sua fragranza ed i suoi aromi contiene in realtà moltissime sostanze all'interno, che l'industria non ha interesse a costruire tutte per mettercele nella bustina. Quindi prende solo le principali, o le più semplici da fare e ce le vende come aroma di vaniglia. Tutto sommato per i nostri palati non cambia molto e quindi...
Quindi se vogliamo veramente l'aroma della vaniglia conviene andare a comprare le bacche e fare come si vede in tante lezioni di pasticceria, si usa un coltello e si tagliano per lungo. Dopodiché con lo stesso coltello si raschiano i semi neri che stanno dentro e si mettono all'interno della nostra preparazione.
Semplice da dire, ma un po' difficile, no?
Non sarebbe più semplice fare un'estrazione della vaniglia una volta sola e poterci tenere una boccetta dell'estratto della quale usare alcune gocce quando serve? Soprattutto più sano, visto che molte volte la vaniglia "industriale" deriva dalla trasformazione di scarti (è proprio vero il detto nell'industria alimentare che non si butta via niente).
Vi spiego qui come fare, perché tutto sommato è una cosa abbastanza semplice.
Innanzitutto ci servono 3-4 grammi di bacche di vaniglia e 75-80 mL di alcool etilico per uso alimentare. L'alcool è un buon solvente di estrazione per la vaniglia, ma c'è un MA... occorrono due accorgimenti:
1) il primo è che la bacca di vaniglia è un po' coriacea e quindi va messa ammollo per almeno una nottata in maniera da "permeabilizzarla" ovvero renderla meno tenace e più facilmente estraibile... dopo averla messa ammollo per una nottata basta tirarla fuori e asciugarla un attimo con un canovaccio. A quel punto bisogna fare in modo che l'alcool raggiunga tutte le parti della bacca e per farlo si prende il coltello, si taglia per lungo e si raschiano tutti i semi all'interno che poi vanno messi in un vasetto bormioli. Quello che rimane della bacca lo dobbiamo sminuzzare per benino.
Fatto questo veniamo al punto 2) TEMPERATURA. Questa è un'estrazione che dipende dalla temperatura, ovverosia alzando la temperatura dell'alcool etilico per uso alimentare si estrae meglio. I casi sono due: o si porta l'alcool a settanta gradi (ma si rischia di far andare a fuoco la casa...eheheh), oppure si mette da parte dell'acqua e si porta ad ebollizione (100°c). Dopodiché aggiungendo ai nostri 80 mL di alcool a temperatura ambiente una settantina di mL di acqua a 100°C si ottiene una miscela che va circa a 70°C e quindi proprio quello che vogliamo nel nostro vasetto Bormioli.
Dopodiché si tappa e... bisogna tenerlo a 70°C per almeno quattro ore (e anche più). Come farlo dipende da Voi: con un forno, con un essicatore, con una stufa.. a bagnomaria. Se proprio vogliamo essere precisi basta andare a controllare la temperatura con un semplice termometro da cucina di quelli con la punta in metallo. Alla fine otterrete nel vasetto una soluzione scura che va filtrata e messa in una boccetta di vetro scuro. Tappate, mettete al riparo dalla luce ed aspettate una settimana... dopodiché potrete usare il vostro aroma di vaniglia a gocce e... vi accorgerete della differenza. Garantito.
Per ogni dubbio chiedete e vi sarà risposto nei limiti delle mie capacità.
Buona estrazione!
Ps potete controllare qui il metodo:
http://bressanini-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/12/16/le-ricette-scientifiche-lestratto-veloce-di-vaniglia/


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Le fialette per gli animali queste sconosciute

5/7/2015

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Ritorna la primavera e con i primi rialzi di temperatura (beh sì si passa da 10 gradi a 25....) ritorna a farsi sentire l'esigenza di salvaguardare la salute del nostro amico a quattro zampe, cane o gatto che sia.
Ma a che cosa gbisogna fare attenzione? Procederò per gradi, di modo da farvi capire quali sono i rischi nei quali si può incorrere e come proteggere i nostri amici da fastidiose (e purtroppo talvolta mortali) infestazioni di parassiti.
Innanzitutto bisogna tenere a mente che le fialette di antiparassitario per il cane NON VANNO bene nel gatto. Ripeto: NON USATE LE FIALETTE DI ANTIPARASSITARIO per il CANE nel vostro amico gatto (in taluni casi bisogna fare anche attenzione che un cane trattato non entri troppo a contatto con il gatto). Ma perché? Semplice: alcuni antiparassitari per i cani contengono permetrina che è molto tossica per il gatto. Quindi FATE ATTENZIONE.
Detto questo in questa sede parlerò brevemente di due malattie principali che possono essere provocate da due differenti parassiti, così tanto per chiarirci le idee.
La FILARIOSI è data da un parassita detto Dirofilaria immitis. In pratica le zanzare pungono un animale infetto e letteralmente succhiano le larve del parassita. Alla successiva puntura di un animale sano iniettano le larve del parassita che a questo punto vanno nel sistema circolatorio e cominciano a migrare attraverso il torrente circolatorio fino a raggiungere il cuore dell'animale. L'esito può essere mortale, ma esistono sia fialette preventive (nei confronti delle zanzare che trasportano il parassita) sia tavolette che vengono date nell'animale già infestato. Generalmente la filariosi negli stadi più avanzati si manifesta con perdita di appetito, dimagrimento, debolezza e tosse da parte dell'animale.
Un'altra malattia è la LEISHMANIOSI. In questo caso degli insetti detti flebotomi inoculano nella cut dell'animale dei corpuscoli verso i quali il sistema immunitario reagisce. Le cellule del sistema immunitario dell'animale (macrofagi) vanno a ingoiare questi corpuscoli e letteralmente si riempiono di essi senza però riuscire a debellarli. A questo punto i corpuscoli si attivano e portano alla distruzione delle cellule immunitarie dell'animale che così a lungo andare rimane privo di difese...
Quindi in linea di principio i principali approcci a questi problemi sono di tipo PREVENTIVO, utilizzando fialette che prevengono l'avvicinamento di insetti che possono costituire essi stessi un pericolo o comunque possono fare da veicolo di parassiti.
Continua!!!


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    Chi scrive?

    Sono un laureato, un dottorato e un farmacista, ma soprattutto mi ritengo una persona curiosa alla continua ricerca di nuove sfide. E' per questo che, durante la mia attività professionale, non smetto mai di imparare e studiare, anche solo per approfondire, o perché è piacevole in un lavoro avere sempre qualcosa di diverso con cui confrontarsi. Dopotutto per tutti quanti a questo mondo ritengo valere sempre quello che diceva ironicamente Socrate: "Una sola cosa so, di non sapere".

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