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Sambuco mio, ma... ti conosco?

5/31/2014

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Innanzitutto la pianta si chiama Sambucus nigra... ma per carità, c'è anche il Sambuco rosso ed il Sambucus ebulus (quest'ultimo TOSSICO si differenzia dal Sambuco vero e proprio perché raggiunge al massimo 1,5 metri di altezza, mentre l'originale, quello buono arriva fino ai 4 metri.
Le bacche (nere per il sambucus nigra, rosse per il sambuco rosso) sono circa per l'80% acqua e per il 16% zuccheri. Dentro ci troviamo però anche molte vitamine del gruppo B (B1, B2, B3, B5, B6) e la vitamina C. Le bacche hanno proprietà lassative e purgative. Ma... non si usano solo le bacche! Dall'antichità venivano usati anche i fiori, le foglie e la corteccia. Principalmente con i fiori si ottiene, mediante infuso, una tisana diaforetica (che in parole povere fa sudare): per questo è consigliata nel trattamento delle malattie legate all'apparato respiratorio (raffreddore, tosse ed asma). Sembra inoltre che i fiori siano ricchi di sostanze, dette flavoni, utili per le vene e l'apparato circolatorio in generale.
La corteccia è utilizzata per le proprietà diuretiche, per la cura delle nevralgie e delle cisti.
Le tante proprietà dalle quali è caratterizzato facevano soprannominare il sambuco come "farmacia degli dei" e addirittura in Germania il Sambuco veniva chiamato "albero di Holda" laddove Holda era una fata che poteva presentarsi nelle fattezze di una strega o di una fanciulla. Come mai questo aspetto duplice? Perché mentre i fiori hanno un aspetto gradevole ed un odore ed un sapore dolciastri (si fanno le frittelle ed anche il pane) le foglie hano un sapore ben sgradevole.
Interessante anche il fatto che anticamente i contadini, incontrando il sambuco, si inchinavano sette volte.
Perchè?
"
A quei tempi, non c'era contadino che dinanzi a questo sacro arbusto non si inchinasse. Per sette volte egli si prostrava, perché sette erano i suoi doni.
In sette parti il Sambuco donava se stesso per il bene della povera gente: la sua resina, per placare il dolore delle lussazioni; il decotto di radice per la gotta; la sua corteccia era un riequilibrante intestinale e serviva anche per cistiti e orzaioli; le sue foglie curavano la pelle, i frutti le bronchiti ed i mali invernali; l’infuso di fiori depurava ed infine dai germogli si otteneva un potente decotto che calmava le nevralgie. Nelle baite di montagna il Sambuco trionfava."

Quindi andate in questi giorni a raccogliere i fiori e nel caso vogliate farvi lo sciroppo ecco la ricetta:

PER 4 litri di sciroppo

15 fiori di sambuco o più (dopo averli raccolti è meglio dargli una lavata)
3 litri di acqua
3 kg di zucchero
4 limoni (2 strizzati più due a pezzi, preferibilmente biologici)
100-140 grammi di acido citrico

Essendoci pacchi di zucchero conviene riscaldare l'acqua con il dolcificante anche fino a bollore (si aumenta la solubilità dello sciroppo e si garantisce la sterilità più o meno del composto). Dopodiché, una volta raffreddato si potrebbe anche aggiungere un po' di etanolo alimentare (aumenta l'estrazione delle sostanze presenti nel fiore ed estrae di più anche dai limoni).

Ps: l'acido citrico è un acidificante ed un antiossidante, noto come E330 viene utilizzato con succhi di frutta, marmellate e sciroppi, pochi sanno però che è lesivo per lo smalto e quindi dopo aver bevuto una bevanda con acido citrico è meglio aspettare qualche minuto prima di lavarsi i denti. Di buono però c'è il fatto che è consigliato per coloro che soffrono di gotta in quanto sembra favorire la dissoluzione dei depositi di acido urico
.

Personalmente mi ispirano anche le frittelle e vi metto qui la ricetta...



FRITTELLE   Le Frittelle di Sambuco si fanno con 200 g di ombrelli floreali di Sambuco, 200 g di farina, 1 cucchiaio di olio di oliva, 2 albumi, 2 bicchieri di olio di arachidi, una grattugiata di noce moscata, una macinata di pepe, un pizzico di sale fino. Mescolare in una ciotola la farina con l'olio, il sale, il pepe e la noce moscata. Unire tanta acqua fredda da ottenere un impasto non troppo morbido. Lasciare riposare la pastella per 30 minuti fuori dal frigo. Montare gli albumi a neve fermissima, incorporarli alla pastella. Fare scaldare l'olio di arachidi in una padella. Immergere gli ombrelli di Sambuco nella pastella, friggerli nell'olio ben caldo finché diventano dorati. Scolarli dalla frittura con un mestolo forato, appoggiarli su carta assorbente da cucina. Servirli caldissimi con l'aperitivo. Raccogliere solo ombrelli lontani dalle strade. Lavarli molto bene prima dell'uso.
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    Chi scrive?

    Sono un laureato, un dottorato e un farmacista, ma soprattutto mi ritengo una persona curiosa alla continua ricerca di nuove sfide. E' per questo che, durante la mia attività professionale, non smetto mai di imparare e studiare, anche solo per approfondire, o perché è piacevole in un lavoro avere sempre qualcosa di diverso con cui confrontarsi. Dopotutto per tutti quanti a questo mondo ritengo valere sempre quello che diceva ironicamente Socrate: "Una sola cosa so, di non sapere".

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