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Pubblicità e sostanza

12/23/2018

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Qualche settimana fa, guardando di sfuggita la pubblicità di un amaro molto conosciuto, mi sono incuriosito. Alcuni pugni di erbe (presumibilmente le medesime utilizzate per fare l'amaro) lanciate contro la bottiglia in slow motion. Effetto veramente d'impatto, tant'è che io ne sono rimasto colpito e ho pensato che se volessi fare la pubblicità di un amaro vorrei anch'io farla in questo modo. Vorrei anch'io far vedere le erbe utilizzate per produrlo, ma poi successivamente bisognerebbe anche trovare il modo di comunicare i colori, i sapori e soprattutto i profumi che le caratterizzano. Per non parlare del lavoro di ricerca, di collaborazione, di raccolta e anche dell'analizzare ciascun materiale al fine di evitare che "corpi estranei" possano finire nella miscela.
Vi sembrerà strano ma ieri, aprendo un contenitore di anice stellato, ho trovato un lungo capello riccio e scurissimo all'interno. Da dove veniva? Di certo non da me, né attaccato al sacchetto contenente l'erba taglio tisana. Piuttosto non bisogna tanto stupirsi: con le erbe sono cose che capitano, ma NON dovrebbero MAI capitare. Pensate a quelle delle quali si utilizzano esclusivamente le parti aeree (e potrebbero esserci formiche, insetti vari) e quelle delle quali si utilizzano le radici (che vanno isolate da terreno e sassi, pulite ed essicate). Un incubo insomma.
Ritornando alla pubblicità: quelle manciate di erbe sono quelle che mi fai vedere perché nell'ordine: sono colorate, sono belle, sono spettacolari, sono di forte impatto visivo. Tante cose assieme in pratica.
Io non potrò mai farvi vedere una pubblicità del genere, perché semplicemente le erbe ce le metto DENTRO l'amaro non fuori. Sono tutte quante là, macerate nell'alcool, girate di tanto in tanto. Lasciate a riposare al riparo dalla luce e dal calore e lasciate a fare massa per qualche mese. Tirate fuori e filtrate con degli enormi filtri bianchi che vengono buttati via dal distillatore, accompagnate da improperi del medesimo (ogni volta me li fa vedere, quasi che fosse colpa mia). Vuoi acqua sporca? Non bevi Amar de Clevo, mi dispiace.
Al momento la burocrazia ci sta facendo aspettare la produzione 2018 che diventerà produzione 2019 mi sa. Però una cosa buona la possiamo già dire: stavolta le erbe sono rimaste parecchi mesi a are massa e tra chi fa amari è risaputo che più le erbe rimangono a macerare migliore sarà la qualità del prodotto finale.
Così scrivo questo per comunicarvi la filosofia che sta dietro al prodotto. Né più né meno e non penso assolutamente di distaccarmi da questo modo di pensare. Forse economicamente non sarà conveniente ma che senso ha produrre acqua sporca solo per accumulare denaro? E poi cosa te ne fai? Fai realizzare una bella pubblicità per un prodtto che magari i pubblicitari non hanno nemmeno assaggiato?
Colgo l'occasione per fare a Voi e alle Vostre famiglie auguri di Buon Natale e Buone Feste, ringraziandoVi per le critiche e per le approvazioni, se non altro per il fatto che ci seguite e capite cosa sta dietro l'Amar de Clevo.
Grazie a Tutti
Samuele
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    Chi scrive?

    Sono un laureato, un dottorato e un farmacista, ma soprattutto mi ritengo una persona curiosa alla continua ricerca di nuove sfide. E' per questo che, durante la mia attività professionale, non smetto mai di imparare e studiare, anche solo per approfondire, o perché è piacevole in un lavoro avere sempre qualcosa di diverso con cui confrontarsi. Dopotutto per tutti quanti a questo mondo ritengo valere sempre quello che diceva ironicamente Socrate: "Una sola cosa so, di non sapere".

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