Trent'anni fa un medico Americano, tale Truss, propose l'ipotesi che uno stile di vita non sano, assieme all'abuso di farmaci, ai cibi ed agli inquinanti, potessero portare a una crescita eccessiva di un fungo, detto Candida, nell'intestino. Da questo articolo si è diffusa una particolare attenzione all'argomento, arrivata a diventare in alcuni casi addirittura una fobia... e da qui il termine di mico (fungo) fobia (paura...). Molti studiosi sono poi ritornati sull'argomento, ma senza trovare “verità scientifiche”. Accade infatti che nell'analisi delle feci si possano sempre trovare dei funghi e specialmente la Candida, senza che questo provi però la presenza di una malattia grave. Nel nostro intestino, è proprio il caso di dirlo, vive un po' di tutto: basti pensare che già alla nascita i microbi cominciano a colonizzare l'intestino a formare la flora batterica intestinale, o microbiota. Il 99% di questi microbi sono batteri, ma c'è anche la Candida: essa è presente almeno nel 96% dei neonati al termine del primo mese di vita! La Candida è un lievito che sopravvive anche in anaerobiosi (assenza di aria), ma sopravvive difficilmente al di sopra dei 37°C. Questo è il motivo per cui nella nostra flora intestinale si trovano assai poche specie della Candida, rispetto a quelle esistenti: principalmente C. albicans, C. glabrata, C. krusei, C. dubliniensis, C. tropicalis, C. parapsilosis, C. guilliermondii, e C. lusitaniae . Tutte queste vengono definite patogeni opportunisti, cioè come si intuisce dal nome, normalmente quando sono presenti non fanno nulla, ma possono diventare pericolose in determinati casi. Quali? In genere la crescita eccessiva della Candida è tenuta sotto controllo dal nostro sistema immunitario, ma anche dalla peristalsi (il movimento naturale dell'intestino), dalla flora intestinale batterica e da particolari sostanze presenti nell'intestino, dette “defensine”. L'uso esagerato di antibiotici (che distruggono la flora batterica intestinale) o disfunzioni del sistema immunitario possono portare a una crescita esagerata di Candida. Ma in questi rarissimi ed isolati casi cosa potrebbe accadere? Che il nostro “simpatico” lievito potrebbe dare il via ad infezioni superficiali (micosi superficiali, vaginiti) oppure penetrare all'interno dei tessuti e distribuirsi nel sangue o passare in altri tessuti. Quest'ultima eventualità bisogna però sottolineare che possa presentarsi in persone gravemente immunodepresse, ovvero in rarissimi casi (e si parla allora della sindrome del leaky guts, ovvero intestino che perde letteralmente...).
E' proprio quando una persona ha gravi difetti al sistema immunitario che si potrebbero verificare delle candidosi intestinali, con mal di pancia, crampi, meteorismo e flatulenza. Tutti sintomi però, questo è molto importante sottolinearlo, che sono esattamente gli stessi della sindrome dell'intestino irritabile (assai meno grave e più frequente). Cosa fare allora se si sospetta di avere qualche problema del genere? Innanzitutto parlarne con il proprio medico: se si tratta di candidosi intestinale sarà ovviamente rinvenibile con semplici analisi delle feci. Non è mai un bene sottovalutare sintomi importanti: ultimamente la presenza di Candidosi intestinale è stata associata con l'insorgenza di gravi allergie ed addirittura con il morbo di Chron. Quindi la morale è: quando i sintomi si facciano particolarmente fastidiosi recarsi dal proprio medico. Solo quest'ultimo infatti può indirizzarci agli esami adatti e soprattutto capire se occorra l'utilizzo di una adeguata terapia farmacologica (in genere vengono utilizzati farmaci antimicotici quali la nistatina o il miconazolo). Non c'è alcuna evidenza invece a riguardo delle diete “anti-funghi”: logicamente è meglio una dieta varia, ricca di fibre e povera di zuccheri, che stabilizzi il “fragile” ecosistema della nostra flora batterica intestinale. dr. Samuele Secchiero Fonti Yeasts in the Gut: From Commensals to Infectious Agents ; Jürgen Schulze, Ulrich Sonnenborn ; Dtsch Arztebl Int 2009; 106(51–51): 837–42 Glycannes pariétaux de levures et anticorps spécifiues Biomarqueurs et outils d’analyse physiopathologique des candidoses et de la maladie de Crohn ; Boualem Sendid, Thierry Jouault, Annie Vitse, Chantal Fradin, Jean Frédéric Colombel, Daniel Poulain ; M/S n° 5, vol. 25, mai 2009
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